lunedì 1 dicembre 2008

Il bambino mangia troppo: perche?

Ciao a tutti sono alcuni giorni che non ci aggiorniamo più … oggi volevo affrontare il tema dell’alimentazione.Alcuni genitori si lamentano che i loro bambini rifiutano il cibo altri invece sono preoccupati per il problema opposto: i loro bambini mangiano troppo! Oggi, purtroppo, sono in continuo aumento i casi di sovrappeso e do obesità in età evolutiva. Come mai alcuni bambini mangiano così tanto? L'accudimento di un bambino (fin dalle sue prime ore di vita) passa attraverso la via dell'alimentazione. La madre insieme al suo latte trasmette al bambino con la presenza, l'attenzione e il contatto corporeo non solo nutrimento fisico, ma anche nutrimento affettivo ed emotivo. Il latte “buono” assume il potere non solo di alimentare ma anche quello di trasmettere amore, calore e contenimento. In effetti anche per le persone adulte spesso il cibo assume un significato rassicurante ed una presenza affettuosa. Nella società odierna i bambini hanno a disposizione una quantità di cibo quasi infinita, purtroppo la disponibilità di cibo non sempre corrisponde ad altrettanta disponibilità di ascolto, di attenzione e di comprensione!I bambini che si riversano e si accaniscono sulle merendine e sulla cioccolata hanno fame di amore. A differenza dell'adulto un bambino non può dare un senso a molti suoi sentimenti e non sa neanche auto-contenerli o esprimerli utilizzando modalità alternative. Il comportamento dei genitori ha indubbiamente un'influenza sul consumo smodato di cibo. I bambini imitano i comportamenti degli adulti ed il comportamento alimentare è tra i primi ad essere imitato! Le difficoltà alimentari in un bambino possono dunque essere legare anche a problematiche insite nella relazione bambino-genitore. Quindi rapporti alterati con il cibo possono rappresentare importanti spie di problematiche relazionali che non devono essere sottovalutate, ma vanno indagate subito. Il cibo così come per gli adulti può rappresentare un modo per riempire dei “vuoti” principalmente affettivi! I genitori con figli che mangiano troppo dovrebbero sostituire le merendine e le patatine con la loro presenza affettuosa, con attenzione e proposte di giochi e di momenti di svago da condividere. Essere bambini “grassi” non coincide più con l'immagine di bambini sani, simpatici e tranquilli. Infine è importante capire se i genitori proiettano sui loro bimbi i loro problemi alimentari. Spesso un repentino ed improvviso cambiamento nel comportamento alimentare, soprattutto quando si esagera con il cibo, si accompagna alla comparsa di disturbi del sonno, scoppi improvvisi di aggressività e un calo del rendimento scolastico. In questi casi è opportuno segnalare questi cambiamenti nella vita del proprio bambino al pediatra di fiducia che potrà valutare se è necessario una consulenza psicologica e se è opportuno cambiare o appartare delle modifiche al regime alimentare del nostro piccolo. Non dimentichiamo che nutrirsi è la prima forma di comunicazione che il neonato stabilisce con il mondo circostante attraverso il contatto corporeo con la madre e che il cibo può assumere diversi significati relazionali nel corso dello sviluppo di nostro figlio.

3 commenti:

Giulia ha detto...

Questa tematica è molto rivelatrice di una miriade di micro-problematiche odierne del nostro Paese, un Paese che scopri alla fine non troppo “felice” sotto il punto di vista della qualità dei legami interpersonali (generalmente parlando, perché tale problema caratterizza più di un ambito).
I bambini sono uno degli specchi più rivelatori di ciò che và e di ciò che bisognerebbe sistemare nel nostro sociale, non hanno “veli” che mascherino ancora, sono trasparenti e le maggiori vittime delle distorsioni che vi potrebbero sottostare.
Credo che la soluzione, come tu dicevi, non stia nel o soltanto nel riequilibrare la dieta dei bambini, reinsegnando loro a mangiare (in ottica meno puramente consumistica, che non sfama, ma è fine a se stessa), ma probabilmente anche nell’aiutare i genitori a riprendere le redini della propria vita, anche genitoriale. Una volta, leggevo su un libro che il modo migliore per permettere alle persone di vivere meglio il loro rapporto con se stesse e rispetto alla realtà sociale che abitano, è educarle ad essere attori/lettori critici di un contesto socio-culturale, capaci di scelta e in grado di evitare di rimanere schiacciate passivamente sotto la forza e la velocità degli eventi che le circondano.
Gli elementi di questo calderone problematico sono diversi e ognuno ha la sua importanza nell’aver delineato il profilo sociale che oggi vediamo, con i suoi pro e i suoi contro. Probabilmente non ci siamo ancora adeguatamente abituati al cambiamento dei costumi, avvenuto in tempi veramente impensabili. Riconoscere il cambiamento e individuarne gli aspetti caratterizzanti secondo un’ottica oggettivante è, forse, il primo punto dal quale partire per impostare qualche cosa di educativamente costruttivo (o meglio, ri-costruttivo).

claudia ha detto...

Secondo me è importante comunque l'educazione alimentare, purtroppo oggi si mangia troppo e male e non si fa attività fisica soprattutto i bambini passano troppe ore davanti alla televisione, al computer e poche in giardino a giocare.

Fulvia ha detto...

Tutto ciò che ho letto sull’argomento credo sia molto giusto, vorrei aggiungere però due piccole note forse dettate più dall’esperienza di mamma che dalla mia conoscenza culturale. Credo che presentare il cibo nel piatto in un certo modo e ordine con magari giochi di colori sia più stimolante, ma soprattutto credo sia importante la condivisione del cibo, con i genitori, o i vari famigliari, affinchè i più piccoli siano stimolati nel consumare anche cibi un po’ più da grandi cosicchè il palato si abitui a gusti diversi, ma anche perché il pasto consumato insieme è sempre molto più gratificante che consumato da solo, per ovvi motivi. Mi permetto di aggiungere qualche cosa che riguarda i comportamenti da adottare rispetto ai bambini cin allergie alimentari (celiachia). Dalla mia esperienza posso dire che bisogna avere molta attenzione soprattutto sul piano psicologico, il bambino deve essere cosciente della sua malattia e dei suoi limiti alimentari però deve avere la tranquillità che in qualsiasi situazione può contare sull’aiuto dell’adulto e che il suo problema non diventi un ostacolo nel rapportarsi con l’esterno e con i coetanei.