Lo spazio esterno dà ai bambini nuove possibilità, alternative occasioni.
Seguendo i bambini nel loro gioco possiamo notare molteplici situazioni:
- Si muovono.
Dappertutto, di corsa, lentamente, su e giù da un punto all'altro, cascano e si rialzano alla prova di leggi fisiche ancora da scoprire, di equilibri da raggiungere o da consolidare. Prendono le distanze tra le cose (vicino, lontano, dietro, davanti, di lato), misurano il tempo che serve per raggiungerle (poco, tanto, subito). Incontrano ostacoli da superare o aggirare che richiedono soluzioni da atrovare sul momento. Sono movimenti spontanei che i bambini imparano a dosare, controllare prevedere con alcune variabili in più rispetto a uno spazio chiuso.
-Cercano.
Vanno a scovare i postio più inpensati portando alla luce cose nascoste, scoprono le piccole tane, seguono percorsi appena trattati per vedere dove vanno a finire. Riconoscono i cambiamenti che intervengono nella natura domandandosi cosa è successo. Tutto il territorio diventa zona di "conquista" dove lasciare dei segni per il giorno dopo.
-Guardano.
Si fermano a scrutare ogni piccolo dettaglio o vanno alla raccolta delle piccole cose riempiendosi le tasche come fossero dei tesori inestimabili. Ogni girono è una scoperta nuova. L'esterno è una miniera: più si scava più viene alla luce, più ci si addentra più si porta fuori. E' la parte curiosa dei bambini che non si accontenta di ciò che appare.
-Osano.
I bambini si tendono verso il ramo più alto, si arrampicano verso la cima, vogliono saltare dal muretto, s' infilano nei passaggi per vedere quanto sono capaci e grandi. L'esterno è una palestra di vita dove si sperimenta il senso del limite, della forza o si provano emozioni come aver fiducia in sè diventare più sicuri, cimentarsi in qualcosa di nuovo e di più difficile.
-Conversano.
I luoghi all'aperto sono ideali pèer intrattenersi a parlare, a fare ipotesi, a chiedersi il perchè su ciò che li circonda: le piante, i piccoli animali visti nel loro habitat naturale. Sono conoscenze non banali per un bambino e poterle mettere in comune fa sì che queste diventino veri e propri argomenti di discussione.
-Tramano.
Il giardino è anche il posto delle "bande", quella particolare forma di stare insieme e la forza e il fascino di fare gruppo, dell'allearsi, delle scorribande che più facilmente riuniscono a grappolo i bambini con ruoli che diventano funzionali ad un progetto comune. E i vari luoghi sono tutti da sperimentare: essere il leader del gruppo, alternarsi nella guida, andare al traino, essere il complice di turno, starsene un pò in disparte.
Tante cose accadono quasi da sole perche i bambini all'aperto sono a loro agio. Cose che possono fermarsi qui, nel loro accadere o cose che invece possono diventare patrimonio da sviluppare ed è qui che può intervenire il pensiero dell'educatore.
Seguendo i bambini nel loro gioco possiamo notare molteplici situazioni:
- Si muovono.
Dappertutto, di corsa, lentamente, su e giù da un punto all'altro, cascano e si rialzano alla prova di leggi fisiche ancora da scoprire, di equilibri da raggiungere o da consolidare. Prendono le distanze tra le cose (vicino, lontano, dietro, davanti, di lato), misurano il tempo che serve per raggiungerle (poco, tanto, subito). Incontrano ostacoli da superare o aggirare che richiedono soluzioni da atrovare sul momento. Sono movimenti spontanei che i bambini imparano a dosare, controllare prevedere con alcune variabili in più rispetto a uno spazio chiuso.
-Cercano.
Vanno a scovare i postio più inpensati portando alla luce cose nascoste, scoprono le piccole tane, seguono percorsi appena trattati per vedere dove vanno a finire. Riconoscono i cambiamenti che intervengono nella natura domandandosi cosa è successo. Tutto il territorio diventa zona di "conquista" dove lasciare dei segni per il giorno dopo.
-Guardano.
Si fermano a scrutare ogni piccolo dettaglio o vanno alla raccolta delle piccole cose riempiendosi le tasche come fossero dei tesori inestimabili. Ogni girono è una scoperta nuova. L'esterno è una miniera: più si scava più viene alla luce, più ci si addentra più si porta fuori. E' la parte curiosa dei bambini che non si accontenta di ciò che appare.
-Osano.
I bambini si tendono verso il ramo più alto, si arrampicano verso la cima, vogliono saltare dal muretto, s' infilano nei passaggi per vedere quanto sono capaci e grandi. L'esterno è una palestra di vita dove si sperimenta il senso del limite, della forza o si provano emozioni come aver fiducia in sè diventare più sicuri, cimentarsi in qualcosa di nuovo e di più difficile.
-Conversano.
I luoghi all'aperto sono ideali pèer intrattenersi a parlare, a fare ipotesi, a chiedersi il perchè su ciò che li circonda: le piante, i piccoli animali visti nel loro habitat naturale. Sono conoscenze non banali per un bambino e poterle mettere in comune fa sì che queste diventino veri e propri argomenti di discussione.
-Tramano.
Il giardino è anche il posto delle "bande", quella particolare forma di stare insieme e la forza e il fascino di fare gruppo, dell'allearsi, delle scorribande che più facilmente riuniscono a grappolo i bambini con ruoli che diventano funzionali ad un progetto comune. E i vari luoghi sono tutti da sperimentare: essere il leader del gruppo, alternarsi nella guida, andare al traino, essere il complice di turno, starsene un pò in disparte.
Tante cose accadono quasi da sole perche i bambini all'aperto sono a loro agio. Cose che possono fermarsi qui, nel loro accadere o cose che invece possono diventare patrimonio da sviluppare ed è qui che può intervenire il pensiero dell'educatore.
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