Lo spazio morbido è tipipcamente il luogo del "non fare", che accoglie invece il bisogno di starsene un pò da parte per ritrovare la tranquillità, ma è anche il luogo dove portarsi il gioco preferito o sfogliare il libro al quale si è più affezionati.
Ricavato di solito in un angolo della sezione, attornito da piccole separazioni che delimitano il perimetro, lo spazio morbido dispone di poche cose: un tappetto, dei cuscini, qualche mensola o armadietto che fungono da appoggi, dei contenitori che raccolgono i giochi. Dall'altro scenario materiali leggeri per creare una diversa profondità. Ma proprio questa caratteristica lo rende uno spazio diversamente animato. In alcuni momenti della giornata, ad esempio quelli iniziali o finali, diventa spazio di ritrovodove insieme si ocnversa, si ascolta una storia; in latri invece è frequentato da singoli bambini, anche per una crisi passeggera, o da piccoli gruppi che si scambiano dei giochi.
A volte si riempie di oggetti diversi, nell'andare e venire dei bambini, e offre così un terreno misto di incontro. Infine, diventa un luogo dove stare bene: una grande pista, che si snoda sul tappetto può diventare un gioco collettivo che cresce con l'apporto di ognuno.
Lo specchi a parete, che spesso si ritova in questo spazio, è anche l'invito a giocare con se stessi: la smorfia, la postura danno vita alla comicità che è anche segno di riconoscimento del sé.
1 commento:
Secondo me lo spazio morbido propone l'invito a "fermarsi", è una sorta di nicchia che protegge, anche per tempi brevi, da quanto stà attorno. Sostare in questo spazio è come avere un pò di privacy che apre anche all'ascolto di sè; ma allo stesso tempo, è contatto con il "fuori", richiamati dalla voce dei bambini, dal loro arrivo con qualche offerta di gioco o di compagnia, dallo sguardo costante dell'insegnante, che spesso si sofferma dedicando anche a quel singolo bambino l'attenzione di un momento.
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