Si erano perse tutte quelle abitudini presenti decenni addietro nelle scuole: fare la semina, predisporre l’orto, allestire una piccola zona fiorita. Sembravano cose d’altri tempi, sostituite da ben altre attrattive più sofisticate.
Ora stanno ritornando: tradizioni rispolverate o riscoperta del loro valore? Entrambe le cose e chi sta con i bambini avverte il loro bisogno anche in queste esperienze più impalpabili, sfumate, interiori, che non mirano al risultato in sé per sé.
Se all’interno della scuola ci si accontenta di qualche davanzale per mettere in bella mostra il crescere di una piantina o si approfitta di un progetto insolito per cimentarsi nelle attività, fuori ci si allarga. In molte scuole vengono infatti ritagliate delle zone intere del giardino, accuratamente delimitate dal resto, quasi a voler indicare ai bambini la necessità di una tutela in più. Si può andare dalle zone fiorite a qualche esperimento “naturale”, all’orto: dipende dal tipo di occasione che si presenta, dall’interesse specifico manifestato dai bambini, spunti che in comune hanno quel “prendersi cura”.
Sono esperienze solo in apparenza facili, che diversamente richiedono attenzione fin dai primi gesti fatti rigorosamente con i bambini: preparare il terreno, fare i buchi al posto giusto, farli della proporzione adatta a ricevere il seme o la pianta. I bambini si improvvisano giardinieri e “fingono” di saperne già molto perché ricordano quel trucco particolare carpito al nonno, visto al lavoro.
L’aspetto più impegnativo è tenere duro, essere cioè tenaci, costanti, non volere tutto subito ma aspettare il tempo che serve. Ogni giorno c’è un piccolo impegno al quale non ci può sottrarre: verificare se tutto procede bene; dare acqua, studiare qualche accorgimento per riparare dal sole troppo forte o dal tempo a volte inclemente. Si fa a turno di solito tra i bambini per suddividere queste responsabilità, azioni comunque sempre gradite, piacciono a tutti: sono spazi di piccolo protagonismo che fanno sentire utili, importanti.
I bambini diventano custodi di questi spazi, piccoli o grandi che siano. Inaspettatamente vanno a vedere se c’è qualcosa di nuovo e quando questo accade dalla sera alla mattina è una grande sorpresa. Amabilmente si compiacciono, ne gustano la soddisfazione.
Ora stanno ritornando: tradizioni rispolverate o riscoperta del loro valore? Entrambe le cose e chi sta con i bambini avverte il loro bisogno anche in queste esperienze più impalpabili, sfumate, interiori, che non mirano al risultato in sé per sé.
Se all’interno della scuola ci si accontenta di qualche davanzale per mettere in bella mostra il crescere di una piantina o si approfitta di un progetto insolito per cimentarsi nelle attività, fuori ci si allarga. In molte scuole vengono infatti ritagliate delle zone intere del giardino, accuratamente delimitate dal resto, quasi a voler indicare ai bambini la necessità di una tutela in più. Si può andare dalle zone fiorite a qualche esperimento “naturale”, all’orto: dipende dal tipo di occasione che si presenta, dall’interesse specifico manifestato dai bambini, spunti che in comune hanno quel “prendersi cura”.
Sono esperienze solo in apparenza facili, che diversamente richiedono attenzione fin dai primi gesti fatti rigorosamente con i bambini: preparare il terreno, fare i buchi al posto giusto, farli della proporzione adatta a ricevere il seme o la pianta. I bambini si improvvisano giardinieri e “fingono” di saperne già molto perché ricordano quel trucco particolare carpito al nonno, visto al lavoro.
L’aspetto più impegnativo è tenere duro, essere cioè tenaci, costanti, non volere tutto subito ma aspettare il tempo che serve. Ogni giorno c’è un piccolo impegno al quale non ci può sottrarre: verificare se tutto procede bene; dare acqua, studiare qualche accorgimento per riparare dal sole troppo forte o dal tempo a volte inclemente. Si fa a turno di solito tra i bambini per suddividere queste responsabilità, azioni comunque sempre gradite, piacciono a tutti: sono spazi di piccolo protagonismo che fanno sentire utili, importanti.
I bambini diventano custodi di questi spazi, piccoli o grandi che siano. Inaspettatamente vanno a vedere se c’è qualcosa di nuovo e quando questo accade dalla sera alla mattina è una grande sorpresa. Amabilmente si compiacciono, ne gustano la soddisfazione.
1 commento:
Secondo me queste esperienze accompagnano infine determinati eventi: dallo studio dei processi all’analisi del ciclo della vita, alle prove di colore, per avvicinarsi il più possibile a quel fiore sbocciato, alla ricerca dei profumi forti e intensi che a loro volta ne ricordano altri, e ancora alla scoperta delle forme geometriche che le file piantate richiamano.
Lavori che, una volta completati, vengono portati a casa dai bambini per mostrare quanto sono stati bravi … e queste per i bambini sono delle soddisfazioni molto grandi!!
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