Un conto è lavorarla da asciutta: scappa dalle mani che si adoperano per tenerla insieme; le cose sembrano non prendere mai forma.
Altra cosa è da bagnata, rimane nel pugno e si modella al contatto: quella torta che esce dalla formina è perfetta, sollevando il secchiello resta una torre e l’una vicina all’altra offrono uno spettacolo incredibile. Le creazioni possono essere effimere o durature e tutto si può rifare.
La sabbia conserva le tracce, anche al tocco di un solo dito; raccoglie le impronte affascinanti di mani e piedi che s’incrociano.
Usata con diversi oggetti prende forme varie o somiglianze: dall’imbuto scende come fosse una clessidra, nei contenitori si stratifica e con il colino diventa ancora più impalpabile.
Impossibile non trovarla nei giardini delle scuole. Collocata discretamente nel posto più indicato, la sabbiera è un cantiere all’aperto., di grande richiamo per i bambini.
Quando si arriva in giardino, il primo gesto è “scoprirla”.Sono diverse, infatti, le sabbiere di oggi da quelle di un tempo. Generalmente hanno forma di un scatola, sono in legno, predisposte in forma apribile; anche quando non è così, sono comunque protette con appositi teli a rete o riparate con soluzioni e accorgimenti.
Tutto ciò assicura condizioni di igiene e di sicurezza. Una volta aperta inizia il lavoro dei bambini.
Chi si accuccia nel mezzo, chi invece si mette sul bordo allungando mani e braccia, chi ancora si ingegna per portarla altrove. L’uso cambia a seconda dell’età dei bambini; quelli più piccoli solitamente amano travasare, riempire, svuotare, fare le torte, sperimentare insomma tutte quelle possibilità del materiale, mentre quelli più grandi si cimentano in vere e proprie costruzioni.
Una gestione attenta e sensibile da parte dell’adulto garantisce a ciascuno il suo spazio. E non mancano le regole: non va lanciata in aria così per fare, e neppure buttata in giro per il solo gusto, va maneggiata portando rispetto al compagno vicino.
Per tutto il tempo “fuori” la sabbiera continua a essere un luogo vivo: qualche bambino ci sta parecchio, preso dal piacere e dalla soddisfazione.
Quando è il momento di rientrare ci si dedica a quelle importanti azioni di cura e riordino quotidiano che coinvolgono anche i bambini; l’ultimo sguardo dell’adulto è per assicurarsi che ogni cosa sia in ordine.
La sabbiera viene chiusa per il giorno dopo, è un rito che si ripete, e a “salutarla” è quel battito di piedi… per ripulirsi prima di entrare.
Altra cosa è da bagnata, rimane nel pugno e si modella al contatto: quella torta che esce dalla formina è perfetta, sollevando il secchiello resta una torre e l’una vicina all’altra offrono uno spettacolo incredibile. Le creazioni possono essere effimere o durature e tutto si può rifare.
La sabbia conserva le tracce, anche al tocco di un solo dito; raccoglie le impronte affascinanti di mani e piedi che s’incrociano.
Usata con diversi oggetti prende forme varie o somiglianze: dall’imbuto scende come fosse una clessidra, nei contenitori si stratifica e con il colino diventa ancora più impalpabile.
Impossibile non trovarla nei giardini delle scuole. Collocata discretamente nel posto più indicato, la sabbiera è un cantiere all’aperto., di grande richiamo per i bambini.
Quando si arriva in giardino, il primo gesto è “scoprirla”.Sono diverse, infatti, le sabbiere di oggi da quelle di un tempo. Generalmente hanno forma di un scatola, sono in legno, predisposte in forma apribile; anche quando non è così, sono comunque protette con appositi teli a rete o riparate con soluzioni e accorgimenti.
Tutto ciò assicura condizioni di igiene e di sicurezza. Una volta aperta inizia il lavoro dei bambini.
Chi si accuccia nel mezzo, chi invece si mette sul bordo allungando mani e braccia, chi ancora si ingegna per portarla altrove. L’uso cambia a seconda dell’età dei bambini; quelli più piccoli solitamente amano travasare, riempire, svuotare, fare le torte, sperimentare insomma tutte quelle possibilità del materiale, mentre quelli più grandi si cimentano in vere e proprie costruzioni.
Una gestione attenta e sensibile da parte dell’adulto garantisce a ciascuno il suo spazio. E non mancano le regole: non va lanciata in aria così per fare, e neppure buttata in giro per il solo gusto, va maneggiata portando rispetto al compagno vicino.
Per tutto il tempo “fuori” la sabbiera continua a essere un luogo vivo: qualche bambino ci sta parecchio, preso dal piacere e dalla soddisfazione.
Quando è il momento di rientrare ci si dedica a quelle importanti azioni di cura e riordino quotidiano che coinvolgono anche i bambini; l’ultimo sguardo dell’adulto è per assicurarsi che ogni cosa sia in ordine.
La sabbiera viene chiusa per il giorno dopo, è un rito che si ripete, e a “salutarla” è quel battito di piedi… per ripulirsi prima di entrare.
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